Jan Fabre accusato di maltrattamenti e intimidazioni in Belgio mentre Milano si appresta ad aprire dal 22 settembre al 22 dicembre la mostra dell’artista-coreografo-drammaturgo “I castelli nell’ora blu”, nella Basilica di Sant’eustorgio e nella Cappella Portinari in Via Monte di Pietà 23 e in Piazza Sant’Eustorgio, curata da Melania Rossi. Le due vicende come logico non hanno alcun rapporto tra loro se non che l’autore in ballo è il multiforme talento belga.
Sul sito della rivista d’arte “rekto:verso” una ventina di persone che hanno lavorato nella compagnia di Fabre, il Troubleyn Theatre, lo hanno accusato in una lettera aperta di aver tentato molestie sessuali durante i provini di ballo, di critiche sessiste, di umiliazioni e intimidazioni e che chi ha rifiutato anche forti somme di denaro avrebbe rischiato l’umiliazione.
Otto hanno firmato la lettera, gli altri hanno preferito restare anonimi. E hanno precisato di sentirsi offesi da un’intervista in cui l’artista in cui ha dichiarato di non aver mai registrato problemi di comportamenti sessuali trasgressivi in 40 years di attività.
Il diretto interessato e il Troubleyn Theatre hanno respinto le critiche dichiarando di non aver mai spinto nessuno oltre i propri limiti, negano qualunque molestia e respingono un processo mediatico senza la possibilità di difendersi.
Quanto alla mostra, è presentata dalla galleria milanese Building e propone opere per lo più inedite “sui due temi ricorrenti dei castelli e dell’Ora Blu, quell’attimo fra la notte e il giorno, un momento di totale silenzio in natura” come recita la nota stampa.
Il visionario Jan Fabre nella Valle dei templi e a Monreale