March Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 1985) è spesso considerato pittore fiabesco, artista di un mondo yiddish nell’Europa centro-orientale spazzato via dai pogrom e dall’Olocausto. Il pubblico dei non addetti magari ha meno la percezione che anche l’artista bielorusso, ebreo, diventato francese, guardò con attenzione anche alla Rivoluzione d’ottobre in Russia. Lo ricorda la mostra su Chagall allestita fino al 3 febbraio a Palazzo della Ragione a Mantova dal titolo “Marc Chagall come nella pittura, così nella poesia”, curata da Gabriella Di Milia, realizzata con la Galleria Statale Tret’jakov di Mosca.
Fra i 130 pezzi esposti, la rassegna comprende i sette teleri dipinti da Chagall nel 1920 per il Teatro ebraico da camera di Mosca. Riferiscono le note stampa sui sette grandi pannelli, tempere e gouache su tela: “Dopo i fondali celebrativi del primo anniversario della rivoluzione d’ottobre, eseguiti da Chagall a Vitebsk nel 1918, per la seconda volta l’artista realizza un’opera di carattere collettivo, dedicata alla realtà teatrale così concentrata sull’arte delle apparenze. I teleri di Chagall per l’esordiente Teatro ebraico da camera di Mosca (1920) anticiparono i programmi innovatori che il regista Aleksej Granovskij si proponeva”. E in questo ciclo pittorico “il teatro si identifica con la festa della rivoluzione d’ottobre vissuta da Chagall come rinnovamento e affermazione della massima libertà individuale”. Con ritratti a grandezza naturale dei vari personaggi coinvolti, dal regista Granovskij al critico Efros, agli attori, compare anche Chagall in questa opera che coglieva spunti d’ispirazione dal chassidismo, movimento mistico ebraico a cui l’artista si sentiva vicino.
La mostra comprende dipinti e acquerelli dal 1911 al 1918 e acqueforti, eseguite tra il 1923 e il 1939, tra cui le illustrazioni per le Anime morte di Gogol’, per le Favole di La Fontaine e per la Bibbia
Promuove la rassegna il Comune di Mantova, la organizza e produce la casa editrice Electa.
Il link alla mostra