Nudi maschili e femminili dal Rinascimento in quote paritarie, alla mostra che la Royal Academy of Arts di Londra ha annunciato per il marzo 2019, “The Renaissance Nude”. 85 dipinti, sculture e miniature dal 1400 al 1530 in una rassegna già definita la prima dell’epoca del #metoo.
Quote paritarie nel senso che i nudi femminili a beneficio dello sguardo prevalentemente maschile non saranno la maggioranza ma tanti quanto i soggetti maschili senza nulla indosso. Così ha deciso il direttore del museo in Piccadilly Circus Tim Marlow. Fioccheranno commenti di ogni genere e certo non mancheranno le critiche perché rispettare le quote rosa, in arte, di norma sull’antico suona come una furbata o un tentativo che non tiene conto del magistero artistico, pur se molte pittrici sono state sempre sottovalutate in quanto pittrici.
Piuttosto Melania Mazzucco, narratrice che si occupa anche di arte e ha scritto romanzi ben documentati su Tintoretto e Venezia, in un editoriale su Repubblica di oggi 5 settembre osserva: “Si può discutere sull’opportunità dell’inserimento del criterio quantitativo nella valutazione della rappresentatività di un’opera d’arte, e del rischio del naufragio nella deriva della correttezza. Una mostra, però, non è solo una mostra, e dice del proprio tempo molto più di quanto dica del tempo in cui i quadri che esibisce furono creati. E l’insolita applicazione delle quote alle immagini dipinte rivela l’attenzione religiosa e quasi isterica al rispetto della differenza che impregna oggi il clima culturale dei Paesi anglofoni. In Italia ne facciamo spensieratamente e spudoratamente a meno, e le campagne di sensibilizzazione sul tema sono accolte con lazzi e sghignazzi, se non con tombale indifferenza”.
Detto questo, la scrittrice fa risaltare un altro tema che rischia di passare in ombra: “Nella mostra la parità di genere non sarà riservata alle immagini, ma si estende agli studiosi (…). Non solo di corpo stiamo parlando, infatti, ma di intelletto. (…) Anche l’atto stesso di selezionare le immagini, decifrarle e commentarle non è neutrale e genera messaggio, tradizione e cultura. (…) Ecco, questa parità meno chiassosa, rivoluzionaria e ancora lontanissima dal nostro orizzonte, sarebbe l’esempio virtuoso da imitare”.
Il sito della Royal Academy of Arts