Per chi lungo la costa marchigiana, o basso romagnola, e vuole una pausa dalla spiaggia oppure il maltempo impone uno stop, vi diamo qualche suggerimento per alcune mostre in corso d’arte dei nostri anni o decenni.
Urbino al Pomodoro (con l’Islam)
A Urbino la Galleria Nazionale delle Marche, per volontà del direttore Peter Aufreiter inserisce nel rinascimentale Palazzo Ducale fino al 2 settembre 25 sculture di Giò Pomodoro sotto il titolo “Panta Rei”. L’artista, morto a Milano nel 2002, era nato a Orciano di Pesaro nel 1930 ed è uno dei principali esponenti della scultura del secondo Novecento italiano. Nei sotterranei il museo continua con il meritevole programma riservato a un giovane critico che per un anno sceglie artisti giovani, lo “Spazio K”: il curatore Umberto Palestini nel progetto “Cambi di rotta” ha inserito, fino al 23 settembre, una personale di Luca De Angelis. Fuori dalla modernità negli oggetti ma non nel tema, la Galleria propone anche, fino al 30 settembre, una rassegna dalle forti implicazioni culturali e politiche tanto più di questi tempi: “Il Montefeltro e l’Oriente”, arazzi, tappeti e altri oggetti per raccontare quanti scambi e intrecci si verificarono nel ‘400 fra l’arte alla corte di Federico da Montefeltro e quella mediorientale, in particolare islamica.
Sensibili per Omero
Ad Ancona il Museo Tattile Omero, nella Mole Vanvitelliana, si confrontano con le copie di sculture classiche e architetture cinque scultori marchigiani viventi, Paolo Annibali, Egidio Del Bianco, Giuliano Giuliani, Rocco Natale e Valerio Valeri. Il curatore è Nunzio Giustozzi, il titolo “Forme sensibili”. Fino al 16 settembre.
museo omero
Il cielo in un’isola (ma non è Gino Paoli)
Fino al 4 novembre la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi nel Palazzo Bisaccioni nel centro storico della cittadina marchigiana ha un percorso alquanto originale e dal titolo che ricorda il celebre cielo in una stanza di Gino Paoli: “Dentro un cielo compare un’isola. Le arti povere in Italia fra disegno e fotografia (1963 – 1980)”, lavori di grafica e foto di artisti realizzate dal 1963 al 1980 usando strumenti apparentemente “poveri”, apparentemente semplici e scarni. Una sorta di lo-fi (contrapposto all’hi-fi) dell’arte e non è una panoramica sul movimento dell’Arte Povera anche se la include. Molto diversi gli autori: Luigi Ghirri e Mario Giacomelli per le foto, artisti della Transavanguardia come Mimmo Paladino o Nicola de Maria, nomi quali Gino De Dominicis, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali o Concetto Pozzati. A cura di Andrea Bruciai.
La mostra alla Fondazione Jesi
Isgrò il cancellatore
Fino al 4 novembre la Casa-museo e centro studi Osvaldo Licini, a Monte Vidon Corrado (nell’entro terra fermano), accoglie opere di Emilio Isgrò, artista che probabilmente avete visto anche per caso perché è colui che cancella interi brani di testo e mostra le cancellature. A cura di Marco Bazzini e Daniela Simoni, direttrice del centro sul pittore Licini, uno degli artisti italiani più fantasiosi e irregolari del ‘900, con l’Archivio Isgrò di Milano.