Mezzadri, montanari e le sue montagne negli scatti di Michele Pellegrino, fotografo nato a Cuneo nel 1934, passano in rassegna nel Complesso monumentale di San Francesco, ex Chiesa di San Francesco, a Cuneo, fino al 30 settembre nella mostra promossa dalla Fondazione Crc, dal titolo “Michele Pellegrino. Una parabola fotografica” e curata da Enzo Biffi Gentili.
La rassegna è un’antologia di 50 anni di lavoro del fotografo e nasce dalla donazione di Pellegrino alla Fondazione Crc del suo intero archivio fotografico. Il titolo, spiegano le note stampa, prende spunto da Cesare Pavese, scrittore cuneese che in una lettera del 1949, pubblicata nella raccolta “Lettere 1926 – 1950” (Einaudi 1968) scrive: “L’opera è un simbolo dove tanto i personaggi che l’ambiente sono mezzo alla narrazione di una paraboletta, che è la radice ultima della narrazione e dell’interesse: il ‘cammino dell’anima’ della mia Divina Commedia”. Ma non è l’origine soltanto ad affiancare il letterato e il fotografo: “Entrambi sono accomunati dall’insofferenza verso l’etichetta di narratori realisti e naturalisti data da molti critici, quando è invece l’ottica simbolica a dirigere le loro trame artistiche”.
Dai contadini degli anni ’70 ai paesaggi montani dagli anni ’80 a oggi, la mostra propone 75 fotografie con molte persone “fuori dal tempo”, “mezzadri della pianura e di montanari resistenti sulle alture delle Langhe, frati e suore di clausura” recitano ancora le note stampa. Dagli anni 80 i suoi soggetti divengano paesaggi montuosi o, a volte, marini. Accompagna la mostra “Storie”, una monografia sull’intera opera di Pellegrino edita da Skira con testi critici di Enzo Biffi Gentili e Walter Guadagnini.
Pellegrino ha vissuto l’infanzia in povertà. Ha studiato da fotografo come autodidatta. Tra i suoi lavori principali, gli organizzatori citano “Il profondo Nord”, una vasta indagine su quasi tutte le vallate del Cuneese e sullo spopolamento verso le città industriali.
Info: www.fondazionecrc.it