Volete fare un tuffo nel Medioevo? Pittori e scultori nell’Italia centrale raffiguravano sempre soggetti religiosi: Cristo in croce, la Madonna con il Bambino, sante e santi. Il repertorio era obbligato. Figure e scene a volte sfolgoranti, talaltre austere. Ma non crediate: parlavano in realtà anche di noi su questo pianeta, dei nostri sentimenti, di dolore, paura, gioia, estasi, devozione. Dal ‘200 al pieno ‘300 il linguaggio artistico ha conosciuto cambiamenti e varietà di forme molto più ampie di quanto troppo spesso non si pensi, almeno tra i profani. Ci fu uno spartiacque per tutta la pittura occidentale: gli affreschi nella Basilica di Assisi, in quella superiore di Giotto e bottega. Rincararono la dose del mutamento maestri di prim’ordine come Simone Martini e Pietro Lorenzetti nella chiesa inferiore.
Si dà il caso che in questo periodo più appuntamenti affrontino i secoli dal ‘200 al 400. Forse, nella confusione di oggi, cerchiamo inconsapevolmente o meno riferimenti saldi nel passato? Chissà. Vi scodelliamo pertanto in sequenza un possibile tour espositivo che dalla Maremma, con Massa Marittima, arriva all’Italia centrale: da Perugia, Gubbio, Trevi, Spoleto, Montefalco in Umbria fino a Matelica nelle Marche a ridosso degli Appennini. Tutti luoghi molto belli che ospitano rassegne dal XIII al XV secolo costruite con attenzione filologica e da studiosi di vaglia con un duplice obiettivo: contribuire alla conoscena e dilettare senza “ammucchiate” di opere eterogenee solo per acchiappare visitatori.
Pietro Lorenzetti in Maremma a Massa Marittima
Con la sua stupenda cattedrale romanico-gotico, Massa Marittima in Maremma ha dal 2 giugno al 16 settembre nel Complesso museale di San Pietro all’Orto “Ambrogio Lorenzetti in Maremma. I capolavori dei territori di Grosseto e Siena”. Ricordando la memorabile esposizione allestita l’anno scorso nella città del Palio (qui il link all’articolo di Maurizio Boldrini su globalist.it), la rassegna addensa più opere a partire dalla “Maestà” del maestro del 1335 conservata proprio nel paese maremmano. “Un innovatore dei dipinti d’altare, di storie sacre, ha allargato lo sguardo della pittura alla narrazione del paesaggio e della pittura d’ambiente”, scrive lo studioso Alessandro Bagnoli. La mostra comprende due luoghi dove Lorenzetti lavorò: la Chiesa di San Pietro all’Orto, oggi Museo degli Organi Meccanici Antichi, e la Cattedrale di San Cerbone, dove sono presenti a affreschi recentemente attribuiti al pittore senese.
Il sito: http://www.museidimaremma.it/
Il medioevo umbro a Perugia
La Galleria nazionale dell’Umbria, nel bellissimo Palazzo dei Priori a Perugia, fino al 10 giugno ha “Tutta l’Umbria una mostra. La mostra del 1907 e l’arte umbra tra Medioevo e Rinascimento”: 130 opere di autori quali Arnolfo di Cambio, Gentile da Fabriano, Niccolò di Liberatore, Benozzo Gozzoli, Pintoricchio e Perugino, l’arte fiorita nel territorio tra Medioevo e Rinascimento. La rassegna, curata con acume da Cristina Galassi e Marco Pierini, prende spunto da una mostra d’arte antica umbra, colossale del 1907 e ha molti pezzi che sono stati restaurati appositamente, il che è sempre una nota di merito.
Il sito: www.gallerianazionaledellumbria.it
Il Trecento a Trevi, Montefalco e Spoleto
“Capolavori del Trecento. Il cantiere di Giotto, Spoleto e l’Appennino” si disloca in più luoghi: Trevi (Raccolta d’arte di San Francesco), Montefalco (Complesso Museale di San Francesco), Spoleto (Museo Diocesano – Basilica di Sant’Eufemia e Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto) con un’appendice mutimediale a Scheggino (Spazio Arte Valcasana) per suggerire itinerari d’arte e paesaggio nella bellissima fascia centrale degli Appennini. Dal 24 giugno al 4 novembre, oltre “70 opere, tra straordinari fondi oro e sculture di primo Trecento”. La rassegna ideata e curata da Vittoria Garibaldi e Alessandro Delpriori, affiancati dallo storico e sindaco di Trevi Dino Sperandio, esplora più territori, anche questa organizzata con criteri scientifici approfonditi per raccontare le evoluzioni di una stagione in cui cambiò tutto o quasi nell’arte.
Il sito: www.capolavorideltrecento.it
Gubbio e il Trecento
“Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi” raccoglie opere eugubine (cioè della cittadina umbria) disperse spesso all’estero e in molti casi restaurate. Tra gli artisti, pur in misura limitata è presente quell’Oderisi di Gubbio che Dante inserì tra i gli uomini superbi nel Purgatorio (e il pittore e miniatore gli predice che il poeta sarà esiliato). Una vasta cerchia di artisti che in alcuni casi “lavorarono accanto a Giotto e a Pietro Lorenzetti” ad Assisi documenta il vigore culturale ed economico della città nel XIV secolo. Né mancano attribuzioni come l’assegnazione a Guido, padre dell’Oderisi citato dall’Alighieri, di tutte le opere finora considerate del Maestro delle Croci francescane. A cura di Giordana Benazzi, Elvio Lunghi ed Enrica Neri Lusanna, frutto di molte ricerche, l’esposizione si dipana in tre sedi diverse perché più opere non possono essere spostate: palazzo Ducale, il Palazzo dei Consoli, il Museo Diocesano. Dal 7 luglio al 4 novembre.
Sito: www.gubbioaltempodigiotto.it
Le tavolette di Taddeo
Già che siete nella cittadina, Palazzo Ducale ha da marzo otto tavolette dipinte da Taddeo di Bartolo (1362-1422). In origine erano parte di un polittico nella chiesa di San Domenico. Furono vendute. All’asta lo scorso settembre, le ha acquisite il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per “l’eccezionale interesse storico-artistico”. Le otto tavolette di primo ‘400 raffigurano otto santi mentre altre parti del polittico sono in musei statunitensi. Ha seguito il loro ritorno Marco Pierini, direttore del Polo museale dell’Umbria e della Galleria nazionale.
A Matelica si va alle origini: il ‘200
Intorno al 1200, tra Umbria e Marche, “il linguaggio figurativo si trasforma sensibilmente verso un naturalismo di grande potenza plastica”. Matelica (Macerata), nell’entro terra marchigiano, non lontano da Gubbio, dal 9 giugno al 4 novembre nel secondo piano del Museo Piersanti ospita “Milleduecento. Civiltà figurativa tra Umbria e Marche al tramonto del Romanico”, inserita nel ciclo di esposizioni della Regione Marche organizzato in più cittadine per reagire con la cultura al calo di turismo dopo il terremoto del 2016 “Mostrare le Marche”. A cura di Fulvio Cervini, con sculture policrome, impressionati e austere dal Centro Italia, incluso l’Abruzzo oltre a Umbria e Marche. Il fulcro è il severo “il crocifisso di Matelica” del museo Piersanti.
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