Un uomo è salito su uno dei leoni monumentali della Reggia di Caserta per l’addobbo dei fiori di un matrimonio extralusso da 30mila euro nel palazzo, la foto che documenta l’azione potenzialmente pericolosa e dannosa è stata rilanciata sui social e la polemica sull’uso privato di luoghi d’arte e monumentali ha ripreso vigore. Decisamente contrari storici dell’arte come Tomaso Montanari, difende la propria scelta perché porta soldi nelle casse statali il direttore della Reggia Mauro Felicori. Il palazzo del Vanvitelli con il parco non è nuovo alle polemiche. Con i visitatori saliti a quota 838mila nel 2017 ha avuto uno degli incrementi più forti tra i luoghi d’arte italiani: più 22%
Felicori ha dato in affitto la sala Romanelli e in totale tre saloni per la festa delle nozze della 26enne Angela Ammaturo (amministratore delegato del marchio di moda Frankie Morello) con Francesco Rossi Guarnera dopo il matrimonio celebrato nella chiesa di San Francesco di Paola in piazza Plebiscito con Andrea Bocelli che ha cantato l’Ave Maria per la coppia. Lungo lo scalone monumentale gli addetti hanno installato fiori e uno è salito su un leone. Un gesto inaccettabile.
Felicori ha rivendicato la legittimità dell’affitto per feste private, che spazi del monumento vengono concessi in affitto per congressi, di non aver chiuso nulla al pubblico, ha ricordato di non aver concesso sale destinate alle visite ma sale che ha occupato la Scuola superiore di pubblica amministrazione e che solo di recente il ministero dei Beni e attività culturali e del turismo è riuscito ad avere dopo anni di battaglie andate a vuoto.
“È osceno il messaggio che scaturisce dal fanta-matrimonio alla Reggia di Caserta: in un tempo di atroce diseguaglianza e in una terra sfigurata dalla prepotenza dei potenti, lo Stato dice che chi ha i soldi può comprarsi tutto”, contesta sul fronte opposto Tomaso Montanari, storico dell’arte fiorentino e docente all’Università Federico II di Napoli, aggiungendo che 30mila euro per un posto come la Reggia di Caserta sono “spiccioli”. L’affitto, con costi fissati prima dell’arrivo di Felicori, è ammontato a 30mila euro. Il direttore ha spiegato che quei soldi servono per restauri e manutenzione e che, poiché lo Stato non ce la fa, chi ostacola queste concessioni a privati alla fine non difende la tutela dei monumenti.